Il fascino di noi stessi è il viaggio, e il frutto di quel fascino sono favole e mappe, nomi esotici, la simbiosi del paesaggio: una perversione in cui ciò che ci circonda è apprezzato nella misura in cui lo trasformiamo in oggetto, appropriandocene; il rapporto è quindi puramente oggettivo rispetto alle città che abbiamo intuito o alle persone che abbiamo appena intravisto nel viaggio iniziatico: oggetti che galleggiano in una bolla d'aria, in un'arca di vetro che, perfidamente e saggiamente, costruiamo come un bruco costruisce una capsula di seta, per proteggerci dal luogo in cui viviamo e per il nostro arricchimento: la ricerca del piacere – vano e mimetico – attraverso noi stessi.
JOSÉ CARLOS LLOP
Et in Arcadia ego